Pavel Fomenko
Il Protettore delle Tigri Siberiane
Si batte contro la cattiva organizzazione dello Stato che distrugge l’ambiente, e contro il bracconaggio che alimenta i canali della medicina tradizionale Cinese, barbaramente rimasta a credenze obsolete di poteri curativi (e afrodisiaci) miracolosi delle parti del corpo della Tigre. Ma è anche l’antropizzazione a uccidere, quando il felino attacca gli animali domestici e viene abbattuta, o quando finisce coinvolto in incidenti stradali.
Pavel vive quasi sempre da solo in una minuscola casa al confine tra Russia e Cina, lontano dalla moglia Yulia e i due figli, è un Ranger con formazione da scienziato ed esperto di diritto della natura selvatica, partecipa insieme al WWF al progetto – cats4cats – che mira a raccogliere fondi da coloro che amano e ospitano i gatti nelle loro case.
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Una strage che sembra inarrestabile
L’esemplare dell’Amur (o Siberiana) è considerata la più bella e maestosa, con una folta pelliccia e la possanza del corpo e delle zampe, che le consentono movimenti sulla neve in un clima estremo. Ne rimangono in vita appena 500 esemplari.
Il numero delle Tigri nel mondo è stimato in 3.890 esemplari(di cui 2.200 del Bengala, in India), e la follia e l’avidità dell’uomo sembrano non volersi spegnere fino a che l’esistenza di questo meraviglioso animale non si sia spenta per sempre. Una strage che invece di attenuarsi si è intensificata, proprio come per altre specie animali: negli ultimi 100 anni, abbiamo perso il 97% delle tigri.
Ma in molti si stanno unendo
Ma il Russo si è ribellato e insieme ad uomini e donne ed Istituzioni governative e non governative, sta tentando di porre un freno all’estinzione; oltre a prendere i bracconieri e le loro armi, è attivamente coinvolto nelle indagini, oltre che nelle cure e della riabilitazione.
Ci sono iniziative anche Governative, come il programma TX2, che mira a raddoppiare la popolazione mondiale del grande felino, avviato nel 2010 dai 13 Paesi del mondo che lo ospitano.
Nella vita di Pavel
Ed è così che Pavel vive negli ambienti selvaggi, combatte i bracconieri e salva gli esemplari feriti, scrive libri e fa corsi per le guardie: «Riesco a osservare la natura con gli occhi della tigre». E già perché per vivere li devi essere selvaggio, rimase anche per 40 giorni di fila a -40°,a volte addirittura dorme in una tenda e il suo compagno cane gli fa anche da coperta aggiuntiva, mentre gli sci sono usati come letto.
La casa di Pavel, foto di Antonio Olmos
La tisana di Pavel, foto di Antonio Olmos
Uno dei tanti pericoli di Pavel, foto di Antonio Olmos
Segue le tracce, monitora il territorio, cerca e rimuove trappole, sta in agguato contro i cacciatori, questo il suo lavoro sul campo, che affianca a quello più accademico che svolge nei laboratori e nei ricoveri, o nelle riunioni con le Istituzioni, che ormai lo vedono a sua volta come una Istituzione.
E di storie ne ha vissute tante, come quella del cucciolo Saikhan, colpito al naso da un proiettile mentre si trovava con la madre e il fratello, che ritenendolo morto, dovettero abbandonarlo, anche se poi probabilmente fecero la stessa fine da li a poco tempo. Ma i soccorritori riuscirono a salvarlo, dopo una quarantena in box riscaldato, crisi respiratoria, e una terza rinascita,grazie all’intervento del WWF e del Governo, specialisti, istituti di ricerca. Il salvataggio si è concluso con un periodo di gioco con una femmina, salvata anch’essa da un incidente simile, e un comune destino di perdita della famiglia, prima della reintroduzione in natura.
Tanti scienziati e ricercatori, foto di Antonio Olmos
Foto WWF, da destra : Vladimir Aramilev (Governativo Russo), Pavel Fomenko (WWF Russia); Joseph Vattenen (WWF Tigers Alive Initiative); Xiaohai Liu (WWF Cina) e Igor (Fuardia forestale di Lazovski)
“Le tigri sono parte del nostro pianeta, la parte più bella del nostro pianeta. Dobbiamo comprendere che il mondo in cui viviamo non è confinato solo nelle nostre città, ma è fatto di foreste e fiumi e mari e splendide creature dalla cui esistenza dipende la sopravvivenza di tutti”.
Il Video che il WWF ha dedicato a Pavel e ai suoi collaboratori
FONTI: WWF – Corriere della Sera (Alessandro Sala) – Il Sole24Ore