L’uomo che sniffò i calzini e quello che sniffò le ceneri.
– Dal centro protezione parassiti del nostro corpo –
Diciamocelo, molti di noi lo fanno, parlo dei calzini. Forse un meccanismo di “controllo”: dall’odore di alcune parti del corpo, riusciamo a capire se qualcosa non torna diciamo, rispetto a ciò che di solito “sentiamo”. Scientificamente avrebbe senso, per quale motivo non dovremmo avere confidenza con la chimica di organismi che cresciamo sul nostro corpo?
Dalla Cina con fetore
Ma ci sono casi in cui evidentemente questo atteggiamento estemporaneo, assume una diversa valenza e… intensità diciamo. E almeno in un caso a noi noto, che qui riportiamo, ha portato ad una infezione micotica ai polmoni, e nemmeno una cosa leggera! Un caso urgente che ha portato il protagonista Cinese, ad essere ricoverato d’urgenza all’Ospedale di Zhangzhou.
Esatto, e le analisi hanno confermato tutto. L’uomo aveva questa abitudine alla fine di ogni turno di lavoro, come fosse una dose di qualche sostanza con cui si “stupefaceva” regolarmente, ed evidentemente anche con una certa attenzione, prima di cambiarsi con abiti più puliti.
Sappiamo che i piedi, e i relativi odori, hanno un potere attrattivo per taluni, e addirittura una valenza erotica. Sappiamo di persone disposte a spendere soldi per poter respirare un po’ di sozzura dai piedi; dobbiamo però notare come questa delle calze sia una tendenza “di nicchia”, di solito riservata alla biancheria intima, che ci auguriamo “non prenda piede”.
Precursore
Come, a proposito di sniffare, da uno che ne sa tanto in proposito, speriamo non prenda pieda un’altra usanza: quella di sniffare le ceneri del proprio padre. Ad esprimere questo desiderio nel frattemo è Keith Richards, il precursore di questa insolita pratica, e si rivolge direttamente alle figlie, dalle colonne del Rolling Stone: «Quando morirò, toccherà alle mie figlie sniffare le mie ceneri»
Theodora e Alexxandra dunque dovranno pipparsi il padre, come fosse cocaina. Al Mirror è stato ancora più esplicito «Darò loro una cannuccia», ha detto il chitarrista. Eppoi ha aggiunto, in una divagazione che ci ha lasciato qualcosa dentro: «È stato cremato e non ho saputo resistere. L’ho sniffato con un po’ di coca. A mio padre non sarebbe interessato, a lui non fregava un cazzo di niente. Devo dire che è andato giù bene e sono ancora vivo». Su questo non abbiamo dubbi, data la forma di quello che rimane il chitarrista pirata, per sempre.
Forse non è vera questa storia, e anche la stampa ha un dubbio.. forse non è tutta vera, magari sai, si era in quelle serate, apri cofanetti e riponi cofanetti, qualche spolverata sarà caduta sul tavolino.
Invece la storia dell’infettato dalla propria puzza di propri piedi è sicuramente vera. Più credibile come notizia. Oppure no.
FONTI: newnotizie – The Rolling Stone