I quadri e l’inconscio di Leonora Carrington
Nella pittura come nella letteratura, gli artisti attingono sia dalla realtà che li circonda sia dal mondo immaginario delle loro menti. Ecco così che emerge, lentamente o velocemente, timidamente o chiassosamente, tutta una serie di personaggi e immagini che costituiscono la mutevole popolazione umana, animale e di altro tipo della mente dell’artista. Arduo spiegare certe presenze. Sono forse lontani ricordi rimaneggiati? Invenzioni, sogni (o incubi) dell’inconscio?
~ Sabrina Azucena
Da queste molteplici influenze hanno origine i quadri di Leonora Carrington, oltre che i suoi libri e racconti, fu infatti anche scrittrice. Tra i suoi temi troviamo spesso la rappresentazione di animali, con gatti, cavalli e tartarughe giganti.
Le immagini derivano da uno stato onirico che porta sulla tela l’inconscio dell’artista, con una forte componente fiabesca. Le entità rappresentate diventano ibride, fondendo a volte componente umana e animale, sfociando nel mostruoso.
Il surrealismo di Leonora Carrington indaga una dimensione libera dalla ragione e dalla logica, mentre si pone anche come enfatizzazione del ruolo delle donne nell’arte, ponendole al centro dell’equilibrio naturale come coloro cui spetta il compito di mantenere l’armonia tra tutte le specie viventi.
Quando rappresentava sé stessa, dipingeva un manichino, una bambola o una maschera, in una tacita protesta contro la mancanza di riconoscimento dell’artista donna all’interno del movimento surrealista.
Morì nel 2011 a Città del Messico, nel paese che ormai l’aveva adottata, i cui colori accesi avevano trovato ampio spazio nelle sue tele. ©
In foto alcuni dipinti di Leonora Carrington.
~ Di Sabrina Azucena
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