Porchetta vs Mc Donald’s
Fase 2 e riprende la più grande sfida Usa-Rieti.
Uno di fronte all’altro, McDonald’s e il chiosco “Porchetta di Rieti”. Senza timore, Davide torna a contrapporsi a Golia, lo guarda dritto in faccia e lo sfida. E oggi più che mai, il suo modello di business può essere vincente.
Come sempre, tifiamo tutti per lui!
#cosereatine …e non solo, di Rino Panetti
Chi scrive non è critico, in senso assoluto, verso le multinazionali del cibo: ho sempre piacere a mangiarvi (a piccole dosi). In alcune circostanze, come viaggi lontani in posti improbabili, soprattutto dopo settimane di adattamenti, la loro presenza è stata quasi una salvezza: la certezza di trovare lo stesso gusto con gli stessi ingredienti, mai dubbi o sorprese, in un locale pulito ed accogliente.
Le cucine tipiche e le ricette tradizionali, i sapori locali e “casarecci”, stanno riguadagnando terreno e lo “street food” ha sdoganato i camioncini dei panini. Questa rinnovata attenzione ha innalzato il molti casi la qualità e la pulizia di quelli che qualcuno a Roma chiamava “gli zozzoni”, compagni di soste in viaggio o nelle notti brave, con in generale cibi preconfezionati e standard, non certo simbolo di ricercatezza, come oggi si candidano ad essere; viceversa il colosso del fast food ha introdotto i panini con ingredienti DOP, ricordandoci che non basta avere le eccellenze, bisogna anche saperle valorizzare.
E’ dura..
.. rimane dura per i piccoli carretti alimentari, una lotta impari a cui solo la cultura e le abitudini del consumatore possono portare un sano equilibrio, spingendo (entrambi i fronti) verso la cura del cibo e del servizio; un settore importante per il turismo, l’economia, e per i piccoli produttori di alimenti, magari di qualità.
Quest’anno la prelibata Porchetta di Rieti (soprattutto quella di Poggio Bustone, paese noto per i natali di Lucio Battisti), celebrerà i suoi 70 anni, COVID permettendo, ai primi di Ottobre. Da queste parti viene preparata seguendo una ricetta davvero particolare: il calore del forno non viene distribuito in maniera uniforme, niente finocchio e grande attenzione all’equilibrio tra pepe macinato, aglio, rosmarino e sale.
Un piatto ricercato insomma, la cui destinazione semplice e veloce è il panino, in ciò scontrandosi con i giganti mondiali dai fatturati e dalla pubblicità miliardaria, che tendono monopolizzare il mercato.
Dal canto loro i piccoli di strada, hanno preziosi alleati i consumatori diretti, che tramite i social e lo stare insieme riescono a diffondere particolarità e prelibatezze nascoste.
Comunque, che sia una Mac o un’apetta, conta scoprire e valorizzare chi fa il proprio lavoro con serietà e passione, grandi o piccoli che siano. Il cibo, da soli o in compagnia, come crescita ed esperienza, poco importa se in un fast food moderno e confortevole, o da un “paninaro” nomade e spartano.
FONTE: un’idea di Rino Panetti, RAP by Spiriti Ribelli