Il Maestro alla Metro
Nella nostra quotidianità, alle prese con gli impegni quasi sempre di fretta, siamo in grado di apprezzare, anche solo per un attimo, la bellezza assoluta?
Una storia ci fa riflettere sulla nostra vita e i suoi ritmi, su noi stessi e le cose dalle quali siamo catturati.
Un uomo entra in una stazione della metro a Washington DC ed inizia a suonare il violino; è un freddo mattino di gennaio. Suona per quasi un’ora, sei pezzi di Bach. Era l’ora di punta, dunque migliaia di persone sarebbero passate.
Passano 3 minuti ed un uomo di mezza età nota il musicista, rallentando il passo e fermandosi per alcuni secondi, per poi affrettarsi a rientrare nella tabella di marcia. Poco dopo il violinista riceve il primo dollaro: una donna tira il denaro nella cassettina senza fermarsi.
Poi qualcuno si appoggia al muro per ascoltarlo, ma guarda l’orologio e ricomincia a camminare. Quello che presta maggior attenzione è un bambino di 3 anni. Sua madre lo tira, il ragazzino resiste, prima di arrendersi alla decisione della mamma, rimanendo tuttavia con la testa girata tutto il tempo. Questo comportamento è comune a diversi altri bambini, e tutti i genitori, senza eccezione, li trascinano via.
Il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Quel giorno suonò uno pezzi tra i più complessi mai scritti.
Americano del Minnesota, ha 39 anni e da quando ne ha 16 suona con le più grandi orchestre del mondo. Il suo violino è all’altezza della sua bravura: uno Stradivari del 1713, valore quasi quattro milioni di dollari.
Ma è anche un artista fuori dalle righe: TV, cinema, la rivista People lo ha messo tra i 50 uomini più belli del mondo. Caratteristiche che lo rendono decisamente una star.
Eppure, alla Metro di Washington, è stato sostanzialmente ignorato. Due giorni prima, aveva fatto il tutto esaurito a Boston: i posti costavano una media di 100 dollari.
La prima persona colpita dalla musica di Bell è stato il giovane manager di un Ministero, amante del rock; al giornalista che lo ha intervistato ha spiegato: “Qualunque fosse la ragione, mi ha fatto sentire in pace”.
Il ‘rumore’ infastidisce una negoziante brasiliana del posto, la quale non apprezza i musicisti di strada, che la disturbano mentre è con i clienti. Per Bell ha fatto un’eccezione: “Devo ammettere che era piuttosto bravo. E’ stata la prima volta che non ho chiamato la polizia”. Subito dopo aver scoperto chi fosse il virtuoso, ha tenuto a sottolineare che alla Metro Brasiliana sarebbe stato molto più apprezzato.
Solo 6 persone si sono fermate un momento. In 20 gli hanno dato soldi, certo, continuando a camminare. Ha raccolto 32 dollari. Finito di suonare, tornato il silenzio, nessuno se n’è accorto. Nessun applauso, ne’ alcun riconoscimento.
L’esecuzione di Joshua Bell in incognito alla Enfant Plaza fu organizzata dal Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. Il giornalista Gene Weingarten, spiega che Bell ha accettato con l’obiettivo di verificare se “In un ambiente comune ad un’ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?”.
Ecco una domanda su cui riflettere: “Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?”.
Contati alla fine i suoi 32,17 dollari, Joshua ha osservato: “Beh, potrei viverci, e non avrei neanche bisogno di un agente”!
FONTI: repubblica.it – il web